Risposta del Dott. Paolo Dolci
QuesitiL'Ente ha una piccolissima partecipazione in una società che è stata messa in liquidazione volontaria. L'ultimo bilancio depositato risale al 2014. Abbiamo chiesto formalmente ai liquidatori notizie circa lo stato della liquidazione e non abbiamo ricevuto alcuna risposta. La Corte dei Conti ci ha segnalato che l'Ente non ha messo in atto nessuna azione per stimolare la chiusura della liquidazione. Di fatto cosa possiamo fare? La nostra partecipazione è dello 1,49%.
Ai sensi dell’articolo 20 del d.lgs. 175/2016 le amministrazioni pubbliche effettuano annualmente, con proprio provvedimento, un’analisi dell’assetto complessivo delle società in cui detengono partecipazioni, dirette o indirette, predisponendo, ove ricorrano i presupposti, un piano di riassetto per la loro razionalizzazione, fusione o soppressione, anche mediante messa in liquidazione, dando periodica relazione circa lo stato di attuazione di tale piano alla Corte dei conti.
Nel caso della liquidazione di una società, anche se non vi è un termine specifico per la conclusione della procedura, la magistratura contabile ritiene irregolare un’eccessiva durata del processo di chiusura in quanto finalizzato esclusivamente a mantenere in vita la società al solo scopo di pagare i debiti e riscuotere i crediti, nella prospettiva di ripartire l’eventuale patrimonio residuo.
Dal tenore del quesito appare evidente che i liquidatori non stiano adempiendo ai loro doveri con la professionalità e diligenza richieste dalla natura dell’incarico come previsto dall’articolo 2489 del Codice civile e di conseguenza, nonostante sia palese che l’Ente non abbia grandi leve nei confronti dei soggetti (stante la minimale quota di partecipazione), per evitare gravi contestazioni da parte della Corte dei conti è necessario dimostrare, attraverso periodiche relazioni, che sono state esperite delle ragionevoli attività di “moral suasion” quali:
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