Esclusione dell’una tantum 2022 dal calcolo delle spese di personale ex art. 1, c. 557 e segg., L. n. 296/2006

L’art.  1, c. 330, L. n.  197/2022 dispone:

“330. Per l'anno 2023, gli oneri posti a carico del bilancio statale per la contrattazione collettiva nazionale in applicazione dell'articolo 48, comma 1, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e per i miglioramenti economici del personale statale in regime di diritto pubblico di cui all'articolo 1, comma 609, della legge 30 dicembre 2021, n. 234, sono incrementati di 1.000 milioni di euro da destinare all'erogazione, nel solo anno 2023, di un emolumento accessorio una tantum, da corrispondere per tredici mensilità, da determinarsi nella misura dell'1,5 per cento dello stipendio con effetti ai soli fini del trattamento di quiescenza.”

Si tratta di un importo erogato nel 2023, in competenza 2023, a differenza degli arretrati contrattuali che sono erogati (almeno pro-quota) per anni precedenti a quello in cui sono liquidati.

Posto che non esiste un'elencazione aggiornata delle voci da escludere dal calcolo del limite di cui al comma 557 e segg. della L. n. 296/2006 (anche alla luce della circ. RGS n. 9/2006), si ritiene:

- che l’emolumento una tantum non possa essere considerato alla stregua di arretrati contrattuali;

- che l’emolumento una tantum non si possa far rientrare in altre voci escluse dal calcolo in oggetto e già consolidate dalla prassi come da escludere.

Ne segue l’inclusione di tali somme nel novero di quelle rilevanti al fine di calcolare il rispetto della media triennale 2011-2013 delle spese complessive di personale.

20 marzo 2024               Massimo Monteverdi

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