Utilizzo oneri di urbanizzazione per ristrutturazione di un immobile

Si ritiene di dover rispondere negativamente al quesito proposto: con l’operazione immobiliare ipotizzata (alienazione di un immobile e successiva retrocessione di una parte dello stesso) la spesa che l’acquirente dovrà sostenere per la ristrutturazione della quota da retrocedere, e che il comune dovrà accollarsi, verrebbe finanziata mediante utilizzo dei proventi edilizi (ex oneri di urbanizzazione), seppure con la formula dello scomputo.

Al riguardo si osserva che a decorrere dal 1° gennaio 2018 l’utilizzo dei proventi abilitativi edilizi e relative sanzioni è disciplinato dall’art. 1, comma 460, della legge 11 dicembre 2016, n. 232 (legge di bilancio 2017), il quale ha elencato in via esclusiva le tipologie di spese che possono essere finanziate da detti proventi, norma che è stata oggetto di successivi interventi normativi che ne hanno integrato il contenuto originario (spese di progettazione per opere pubbliche articolo: 1-bis, comma 1, del d.l. 16 ottobre 2017, n. 148, convertito nella legge n. 172/2017; completamento dei piani di zona: articolo 13, comma 5-quinquies, del d.l. 30 dicembre 2019, n. 162, convertito nella legge n. 8/2020).

Alla luce del quadro normativo di riferimento come sopra riepilogato, la spesa indicata nel quesito (ristrutturazione di una porzione di immobile, senza ulteriori indicazioni circa la natura e la destinazione di detto immobile) non sembra rientrare in alcuna delle fattispecie per le quali è consentito l’utilizzo dei proventi abilitativi edilizi di cui al D.P.R. 6 giugno 2001, n. 380.

19 dicembre 2023  Dr. Ennio Braccioni

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