Iva per contratto di usufrutto di un bene mobile

Il diritto di usufrutto rientra tra i c.d. diritti reali di godimento ai sensi dell’art.981 del c.c. che consente all'usufruttuario di godere e disporre della cosa altrui, traendo da essa tutte le utilità che può dare – compresi i frutti - con l’obbligo di non mutare la destinazione economica.

Sono oggetto dell’usufrutto qualunque specie di bene mobile ed immobile, compresi i beni deteriorabili (ma inconsumabili, come vettura, vestiti, ecc.). In tal caso l’usufruttuario può servirsene secondo l’uso a cui sono destinati ed alla fine dell’usufrutto deve restituirli nello stato in cui si trovano (art. 996 c.c.).

Il presupposto oggettivo ai fini IVA contenuto nell’art.2, comma 1, del DPR 633/1972 prevede che sono imponibili le cessioni di beni a titolo oneroso che comportano:

• il trasferimento della proprietà
• la costituzione di diritti reali di godimento (superficie, enfiteusi, servitù, usufrutto, uso, abitazione);
• il trasferimento di diritti reali di godimento sui beni di ogni genere (beni mobili, immobili, materiali) (no licenze, marchi, brevetti che costituiscono prestazioni di servizi).

I principi contabili nazionali (OIC) prevedono una diversa contabilizzazione dell’usufrutto di beni a seconda se per gli stessi è previsto un pagamento una tantum (OIC24 – in tal caso il costo di acquisizione del diritto è da iscrivere tra le immobilizzazioni immateriali) o dietro la corresponsione di canoni periodici (come nel caso del quesito). In tale circostanza si richiama il principio OIC 12 ai sensi del quale il suddetto canone dovrà essere rilevato in conto economico alla voce B.8 come costo per godimento beni di terzi.

Conseguentemente, si ritiene che il canone mensile debba essere assoggettato ad IVA ordinaria con emissione della fattura da parte del comune nei confronti dell’usufruttuario.

12 dicembre 2023         Alessandro Giordano

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