Categorie di cittadini non iscrivibili in AIRE ed iscrizione di personale diplomatico e consolare

Risposta di Andrea Dallatomasina

Quesiti
di Dallatomasina Andrea
29 Novembre 2023

Nell’ambito di un procedimento anagrafico di verifica della dimora abituale i cittadini interessati mi hanno comunicato essere funzionari pubblici della Commissione Europea con sede lavorativa in Bruxelles e che, pertanto, il loro status li esenta dall'iscriversi all'AIRE.

Chiedo cortesemente se tali cittadini rientrino nella fattispecie di cui all'articolo 1 comma 9 lettera b della Legge 27 ottobre 1988, n. 470.

Risposta

L’AIRE è un pubblico registro nel quale vengono iscritti i cittadini in possesso della cittadinanza italiana che risiedono all’estero, ovvero un archivio anagrafico nel quale vengono raccolte in modo sistematico, le schede individuali e di famiglia relative ai cittadini aventi la cittadinanza italiana che dimorano stabilmente all’estero oppure a seguito di eventi relativi allo stato civile avvenute all’estero (nascita o acquisto della cittadinanza italiana).

 

Vi sono però determinate categorie di cittadini italiani che, pur abitando all’estero, non possono ottenere l’iscrizione:

 

Secondo quanto previsto dall’articolo 1 comma 9 lettera b) della Legge 27 ottobre 1988, n. 470, non sufficiente la qualifica di dipendente a tempo indeterminato dello Stato in servizio all’estero ma si richiede che il loro servizio prestato all’estero rientri nelle funzioni che attribuiscano loro le prerogative proprie del personale diplomatico e consolare, cioè la notificazione alle autorità locali effettuata ai sensi delle Convenzioni sulle relazioni diplomatiche fatta a Vienna il 18 aprile 1961 e sulle relazioni consolari, fatta a Vienna il 24 aprile 1963, entrambe ratificate con la Legge 9 agosto 1967, n. 804.

Il riferimento alle due Convenzioni anzidette fa si che vi sia un contenuto oggettivo della posizione di tali dipendenti dello Stato (e non di qualsiasi amministrazione pubblica italiana, seppure in servizio all’estero), contenuto dato dalla notifica, con la conseguenza che non è di per sé il solo rapporto di lavoro con lo Stato, il servizio all’estero, magari la titolarità del passaporto di servizio, ma la condizione fondamentale è data dalla notifica a termini di dette Convenzioni.

Si tratta di una posizione che presenta i vantaggi dell’oggettività, unitamente a quelli della documentabilità, che importa la concorrenza dei tre elementi: rapporto di lavoro con lo Stato italiano, tipologia del rapporto di lavoro e “notifica” a termini delle Convenzioni di Vienna del 18 aprile 1961 e 24 aprile 1963.

Ne consegue che i dipendenti dello Stato che siano in servizio all’estero, ma che non siano stati “notificati” alle autorità locali quali facenti parte del corpo diplomatico o consolare, vanno iscritti nell’AIRE.

Consiglio pertanto di acquisire notizia della notifica all'autorità locale mediante il Consolato italiano all'estero competente per territorio di "presenza" degli interessati, sulla scorta di quanto comunicato dagli interessati stessi.

28 Novembre 2023        Andrea Dallatomasina

 

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