Riscossione del CUP in concessione a canone fisso

Risposta del Dott. Massimo Monteverdi

Quesiti
di Monteverdi Massimo
31 Ottobre 2023

Questo Ente ha in essere un contratto a canone fisso per la concessione della gestione del Canone Unico Patrimoniale, con scadenza 31.12.2025. La ditta incassa il canone unico e versa trimestralmente un canone fisso. Si chiede se questa tipologia di contratto sia ancora prevista dall'ordinamento e, nel caso non lo fosse, quale sia la modalità per sanare la situazione.

Risposta

Il dubbio posto dall’ente riguarda il possibile contrasto tra una riscossione a canone fisso (o concordato) e l’obbligo del versamento delle entrate comunali sul conto corrente di tesoreria dell’ente impositore.

Sul tema si espresso l’IFEL in una nota del febbraio 2021 nella quale si legge, fra l’altro: “(…) l’obbligo in questione trova applicazione solo con riferimento alle entrate, di qualsiasi natura, che sono comunque spettanti all’ente locale e quindi destinate ad essere riversate, non operando, invece, per i casi in cui le entrate, pur nella potestà dell’ente, sono destinate ad essere trattenute, per la particolare forma contrattuale, dal soggetto affidatario.

Nel caso della concessione del prelievo sulla pubblicità (o di altre fattispecie analoghe) a fronte di un canone fisso annuale, anziché ad aggio o ad altra forma di remunerazione del servizio, l’incasso del concessionario (fatto salvo il versamento del canone fisso dovuto all’ente impositore) non configura le condizioni di maneggio e custodia di denaro pubblico che hanno condotto il Legislatore ad intervenire nel senso di rendere obbligatorio il versamento diretto all’ente impositore, ma si connota piuttosto quale incasso diretto del corrispettivo devoluto contrattualmente al concessionario a fronte dell’attività eseguita in

forza della concessione.

Tale argomentazione non è inficiata da quanto disposto dall’art. 53, comma 1, del d.lgs. n. 446 del 1997, che, con una locuzione forse non troppo felice, stabilisce che dal novero delle attività di liquidazione, accertamento e riscossione dei tributi e delle entrate degli enti locali sono escluse le attività di “incasso diretto”. 

Tale divieto non può intendersi riferito, ovviamente, a somme di spettanza del concessionario, come quelle relative alle somme del canone unico di cui all’art. 1, comma 816, legge 160/2019 nell’ipotesi di affidamento a “canone fisso” e non ad aggio sul riscosso, perché, come detto, si tratta di somme non destinate ad essere riversate all’ente locale. 

Di conseguenza, il divieto posto dall’art. 53 citato va letto in combinato disposto con quanto previsto dall’art. 2-bis del dl n. 193 del 2016 e quindi non può che riferirsi al divieto di incasso diretto delle entrate dei Comuni e degli altri enti locali.

Conclusivamente, si ritiene che, anche a seguito del mutato quadro normativo, sia salvaguardata la possibilità di affidamento a canone fisso, tipico delle piccole realtà comunali”.

Si conferma, dunque, che la modalità scelta dal vostro ente rimane legittima e può continuare senza variazioni sino a scadenza del contratto.

30 ottobre 2023             Massimo Monteverdi

 

Per i clienti Halley: ricorrente QT n. 1584, sintomo n. 1664

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