Annullamento del concorso e compensi ai commissari

Posto che il D.P.C.M. 24 aprile 2020 deve essere recepito formalmente con norma regolamentare dall’ente per poter essere applicato, come disposto dall’art. 1, c. 5, si rileva quanto segue.

L’art.  2, c. 5 del decreto citato dispone: “5.  (…) ai componenti che cessano dall'incarico di componente i compensi base sono dovuti in misura proporzionale al numero delle sedute di commissione cui hanno partecipato, ai sensi di legge.”

Posto che per proporzionare il compenso sarebbe necessario sapere quante sedute sarebbero state svolte complessivamente e ciò è manifestamente impossibile, visto l’annullamento del concorso, nel caso esposto nel quesito nessun componente cessa tecnicamente dall’incarico, poiché il concorso è stato annullato dalla P.A. nell’esercizio del suo potere di autotutela e la Commissione, che si è riunita per “alcune sedute”, è rimasta in carica per tutta la durata della procedura.

Escluso che si possano attribuire ai commissari compensi o maggiorazioni per il numero di elaborati corretti, non essendosi svolta alcuna prova, si ritiene che in assenza di una specifica norma regolamentare che ne disciplini l’attribuzione, ai commissari esterni spetti comunque il compenso base fissato dall’ente in sede di nomina, posto che l’organo collegiale è rimasto competente allo svolgimento di tutta la procedura concorsuale, dal momento del suo insediamento al termine dei lavori (indipendentemente dalla causa di tale termine).

Solo nel caso di mancato insediamento della Commissione si può ritenere che il compenso base non sia dovuto, poiché in quel caso l’organo non si è correttamente formato.

16 ottobre 2023             Massimo Monteverdi

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