Ritenute sui redditi derivanti dalle opere di ingegno e dai diritti d'autore

I redditi derivanti dalla utilizzazione economica, da parte dell'autore o inventore, di opere dell'ingegno, di brevetti industriali e di processi, formule o informazioni relativi ad esperienze acquisite in campo industriale, commerciale o scientifico (se non sono conseguiti nell'esercizio di imprese commerciali) rientrano nella categoria dei redditi di lavoro autonomo ex art. 53, comma 2, lett. b), TUIR. Tali redditi (c.d. diritti d’autore) si determinano deducendo dai compensi percepiti nell'anno una percentuale forfetaria del 25%.

Rientrano tra i diritti d'autore i compensi per articoli pubblicati su giornali, riviste e enciclopedie, che hanno per oggetto la cessione di un'opera dell'ingegno. Per i giovani autori di età inferiore a 35 anni la deduzione forfetaria è elevata al 40% (il compimento del 35° anno di età nell'anno di imposta comporta, quindi, la perdita dell'agevolazione e l'applicazione della deduzione del 25%). Sull’imponibile così determinato (75%, o 65% per gli under 35, del compenso erogato) si rende applicabile la ritenuta del 20% prevista dall’art. 25, DPR 600/73 sulla generalità dei redditi di lavoro autonomo (abituale, occasionale, diritti d’autore). Si precisa infine che i suddetti redditi per “diritti d’autore” sono tipologicamente diversi da quelli di lavoro autonomo non esercitato occasionalmente (c.d. lavoro autonomo occasionale) ex art. 67, co. 1, lett. l), TUIR in quanto questi ultimi non sono derivanti dallo sfruttamento di un’opera dell’ingegno, brevetto, articolo, ecc. e, fiscalmente, non godono dell’abbattimento forfettario del 25% (o del 35%) per quanto soggetti comunque a ritenuta d’acconto del 20% (che si renderà applicabile sull’intero compenso erogato).

29 settembre 2023        Fabio Bertuccioli

Per i clienti Halley: ricorrente QR n. 4802, sintomo n. 4849