Mobilità di interscambio con riduzione di orario

Per effetto della disciplina sulle spese di personale introdotta con D.M. 17 marzo 2020, la mobilità esterna ha perso la caratteristica della neutralità.

Ciò significa che:

- una mobilità in uscita non garantisce un’immediata disponibilità di spazi assunzionali, dovendo attendere l’approvazione del rendiconto per ricalcolare la capacità di spesa;

- le mobilità in entrata sono possibili se e in quanto vi siano spazi assunzionali disponibili.

Pertanto, una mobilità di interscambio tra due dipendenti di identico profilo professionale e differente tipologia (tempo pieno e tempo parziale) è possibile se sono verificate in entrambi gli enti le condizioni per poter assumere una nuova unità di personale.

Esempio:

Ente A

- disponibilità assunzionale: 100

- costo mobilità in entrata: 80

- costo mobilità in uscita: 65

Ente B

- disponibilità assunzionale: 50

- costo mobilità in entrata: 65

- costo mobilità in uscita: 80

L’ente A ha la disponibilità assunzionale per ricevere la mobilità, l’ente B no.

Quest’ultimo dovrà attendere il successivo rendiconto per verificare che la cessione di un dipendente  garantisca la disponibilità assunzionale sufficiente per sostenere l’ingresso in mobilità di un dipendente.

Una volta che queste siano verificate, si applicano le regole della mobilità esterna previste dall’art. 30, D.Lgs. n. 165/2001, con riferimento in particolare alla verifica della necessità di ottenere il nulla osta da parte dell’amministrazione cedente nei casi ivi previsti.

25 settembre 2023         Massimo Monteverdi

Per i clienti Halley: ricorrente QP n. 6357, sintomo n. 6461