Legge 30 dicembre 2024, n. 207. Disposizioni in materia di indennità di disoccupazione NASpI. Requisito contributivo di accesso alla prestazione NASpI
INPS – Circolare n. 98 del 5 giugno 2025
Risposta dell'Avv. Elena Conte
QuesitiL’ Ente presenta una organizzazione del lavoro della P.L. per turni tutti i giorni della settimana. Un dipendente chiede di lavorare 5 giorni alla settimana anziché 6, con 2 giorni di riposo alla settimana così come avviene per tutti gli altri dipendenti dell'Ente, è possibile riconoscere l'indennità di turno nei 5 giorni lavorati?
Lo scopo delle turnazioni è quello di assicurare la continuità dell’erogazione del servizio in una determinata fascia oraria di almeno dieci ore.
Gli enti hanno un’ampia autonomia in relazione all’organizzazione degli uffici e dei conseguenti orari di servizio; infatti, l’articolazione del turno è funzionale alle esigenze del servizio.
Ciò detto, non è necessaria l’apertura del servizio su sette giorni. Il termine “continuità” deve essere riferito esclusivamente alle 10 ore giornaliere ma, per garantire la continuità del servizio per le 10 ore, l’orario di servizio deve essere unico per tutti i giorni della settimana in cui si articola l’erogazione del servizio.
Tale orario deve avere inizio alla stessa ora e concludersi alla stessa ora per tutti i giorni della settimana, considerato che si tratta di orario di servizio e non di orario di lavoro.
Ciò detto, la contrattazione collettiva nazionale impone l’effettiva rotazione ciclica dei lavoratori in ciascuna delle articolazioni orarie prestabilite nel medesimo posto di lavoro, in base a esigenze organizzative dell’ente, per assicurare il rispetto dell’orario di servizio e l’alternanza mattina-pomeriggio (eventualmente sera). In ciascuna delle due (o eventualmente tre) articolazioni previste dovrebbe ruotare sempre lo stesso numero di lavoratori.
Perché possa esserci effettiva rotazione, è necessario che il turno pomeridiano segua, senza soluzione di continuità, nel tempo quello antimeridiano, ed eventualmente sia seguito, sempre senza soluzione di continuità da quello serale, senza alcuna sovrapposizione neppure parziale dell’uno sull’altro.
Inoltre, la disciplina contrattuale richiede, come presupposto necessario per la sussistenza del turno e per il pagamento della relativa indennità, anche l’esistenza di un rapporto equilibrato tra turni antimeridiani e pomeridiani ed eventualmente notturni, nel senso che il numero dei turni di lavoro prestati in orario antimeridiano deve essere sostanzialmente equivalente a quello prestato in orario pomeridiano, assicurando l’avvicendamento. Analoga equivalenza vale per i turni notturni, ove previsti.
L’articolazione dei turni deve essere distribuita in modo articolato e avvicendato. Non è, pertanto, sufficiente l’episodica o minoritaria prestazione lavorativa in un turno diverso dalla tipologia di lavoro ordinario.
Quindi, le prestazioni svolte in turnazione devono essere ripartite in modo da dare luogo ad una distribuzione equilibrata ed avvicendata dei turni effettuati in orario antimeridiano e pomeridiano.
Dalle considerazioni sopra esposte, si è dell’opinione che l’indennità di turnazione non possa essere riconosciuta a favore di un lavoratore che turni solo per cinque giorni a settimana rispetto ai sei programmati.
Non trattandosi di turno, tale fattispecie non può che costituire una particolare forma di articolazione dell’orario di lavoro, per la quale, in sede di contrattazione decentrata integrativa, potrebbe anche essere previsto uno specifico compenso.
16 giugno 2023 Elena Conte
Per i clienti Halley: ricorrente QP n. 6003, sintomo n. 6113
INPS – Circolare n. 98 del 5 giugno 2025
Risposta del Dott. Giancarlo Menghini
Risposta del Dott. Luigi Oliveri
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