Le modalità di reclutamento del personale dedicato al PNRR "con formule non stabili" hanno fatto emergere "non poche difficoltà, per le Amministrazioni, nel garantire la continuità operativa delle strutture che, al contrario, necessiterebbero di un quadro di risorse certo per tutto l'orizzonte temporale del Piano". È quanto si legge nella relazione sullo stato di attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza redatta dalla Corte dei Conti. Su questa criticità, osserva la Corte, è intervenuto il recente dl 13/2023 che permette di avviare procedure di stabilizzazione delle risorse professionali dedicate. Unioncamere grazie ai dati del Sistema informativo Excelsior, ha per parte sua stimato i costi per i diversi settori dell'economia derivanti dal minor valore aggiunto prodotto a causa dell'inserimento ritardato delle professioni difficili da reperire. La difficoltà di reperimento del personale nel 2022 ha riguardato il 40% delle assunzioni e tenderà ad aumentare ulteriormente anche per l'accelerazione della domanda attesa come effetto degli investimenti PNRR.
Spesa sostenuta
Tornando alla relazione della magistratura contabile, la spesa sostenuta dalle amministrazioni utilizzando le risorse del PNRR può essere stimata, a fine 2022, in oltre 23 miliardi, circa il 12% delle dimensioni finanziarie complessive del Piano (191,5 miliardi). Il dato è parziale, in quanto manca la quota di utilizzo del superbonus a carico del PNRR. Le risorse utilizzate sono ''associabili a 107 delle 285 misure previste, di cui 2 riforme e 105 investimenti. L'accelerazione rispetto al cronoprogramma, che prevedeva nel triennio 2020-2022 un livello di spesa sostenuta di 20,4 miliardi, è dovuta sostanzialmente alla misura dei crediti d'imposta del piano Transizione 4.0 relativi ai beni strumentali innovativi e alle attività di formazione, nonché all'intervento di rafforzamento dell'ecobonus-sismabonus; in entrambi i casi si è registrato un livello di spesa molto più elevato di quanto previsto''.
Il picco tra due anni
Il picco di spesa per il PNRR "si avrà nel biennio 2024- 2025, con valori annuali che supereranno i 45 miliardi". La nuova pianificazione delle spese - spiega la Corte - ha contemplato una "traslazione" in avanti di oltre 20 miliardi complessivi delle spese assegnate al triennio 2020-2022. A partire dal 2023 si avrà un "recupero nel trend di spesa" con un'accelerazione sul quadro iniziale, di oltre 5 miliardi. A termine 2023, nonostante questo recupero, il livello della spesa cumulata dovrebbe rimanere inferiore di quasi 15 miliardi".
Rapporti coi privati
C’è poi l’aspetto dei rapporti con i privati. A febbraio 2023 ammontano a 4,8 miliardi i fondi che le amministrazioni centrali titolari di interventi che fanno parte del PNRR ''hanno trasferito ai soggetti attuatori o ai realizzatori delle specifiche iniziative di spesa. Trattasi di circa il 70% di quanto ricevuto in disponibilità (7 miliardi) dai conti centrali su cui transitano le somme del Fondo di rotazione Next generation Eu-Italia''. Considerando anche i trasferimenti diretti a valere sui due conti centrali, la Corte dei conti stima che ''il complesso dei pagamenti dalle contabilità di tesoreria agli attuatori e ai realizzatori raggiunge il totale di 6 miliardi, interessando 97 misure; i destinatari di tali fondi sono stati in larga maggioranza le società pubbliche e gli enti territoriali''. La Corte dei conti rileva che ''un esercizio di confronto tra questi flussi, il cronoprogramma finanziario e il complesso delle risorse per nuovi progetti del Pnrr, porta ad evidenziare come ''oltre la metà delle misure interessate dai flussi mostri ritardi o sia ancora in una fase sostanzialmente iniziale dei progetti''.
All. Corte dei conti – Relazione sullo stato di attuazione del PNRR (marzo 2023)
La Posta del Sindaco