Strada privata con accesso a installazioni di uso pubblico

Risposta al quesito dell'Avv. Mario Petrulli

Quesiti
di Petrulli Mario
14 Marzo 2023

Questo ente ha individuato nel proprio territorio una strada che è a servizio da diversi anni di alcune proprietà private e consente anche di accedere a installazioni di uso pubblico, in particolare un acquedotto.

Data la situazione di qui sopra si chiedono i presupposti di fatto e di diritto che permettono ad una strada interpoderale o vicinale di essere dichiarata comunale e la procedura necessaria per acquisirla al patrimonio dell'ente.

Risposta

Per quanto concerne il primo quesito, secondo la giurisprudenza (ex multis, Consiglio di Stato, sez. II, sent. 18 maggio 2020, n. 3158; TAR Calabria, Catanzaro, sez. II, sent. 14 ottobre 2022, n. 1738), l'uso pubblico di una strada privata è determinato alla sussistenza di tre concorrenti elementi, costituiti:

- dall'esercizio del passaggio e del transito jure servitutis publicae da parte di una moltitudine indistinta di persone, qualificate dall'appartenenza ad un ambito territoriale;

- dalla concreta idoneità della strada a soddisfare, anche per il collegamento con la via pubblica, le esigenze di carattere generale e pubblico;

- da un titolo valido a sorreggere l'affermazione del diritto di uso pubblico, il quale può identificarsi nella protrazione dell'uso da tempo immemorabile (comportamento della collettività contrassegnato dalla convinzione di esercitare il diritto d'uso della strada).

Della sussistenza di tali elementi il Comune (interessato a far valere l'uso pubblico della via) deve dare idonea dimostrazione, salvo che la strada non sia inserita nell'elenco delle strade comunali, ciò rappresentando una presunzione (semplice) di appartenenza della stessa all'ente, ovvero del suo uso pubblico (cfr. Cass. Civ., Sez. Un., sent. 16 febbraio 2017, n. 713; Consiglio di Stato, sez. IV, sent. 19 marzo 2015, n. 1515; sez. VI, sent. 20 giugno 2016, n. 2708).

L'onere di provare la concreta sussistenza delle suddette condizioni incombe sul Comune, ai sensi dell'art. 2967 c.c., (cfr. Cons. Stato, Sez. V, 18 marzo 2019, n. 1727; Cons. Stato, Sez. VI, 20 giugno 2016, n. 2708): questo significa che bisogna effettuare una verifica caso per caso allo scopo di individuare i suddetti tre elementi.

Nel caso specifico, ad una prima valutazione, sembra che il riscontro possa essere positivo:

  • la strada viene utilizzata non solo dai privati ma anche da altri soggetti per il raggiungimento di installazioni ad uso pubblico;
  • considerato l’utilizzo, può ragionevolmente desumersi l’idoneità a consentire il raggiungimento di dette installazioni;
  • il titolo giuridico potrebbe essere individuato nel prolungato uso da moltissimo tempo.

Per quanto concerne il secondo quesito, ossia la procedura utilizzabile, lo strumento più frequente è quello previsto dall’art. 31, commi 21 e 22, della Legge n. 448/1998. Il citato comma 21 dispone che “In sede di revisione catastale, è data facoltà agli enti locali, con proprio provvedimento, di disporre l'accorpamento al demanio stradale delle porzioni di terreno utilizzate ad uso pubblico, ininterrottamente da oltre venti anni, previa acquisizione del consenso da parte degli attuali proprietari”; il successivo comma 22 prevede che “La registrazione e la trascrizione del provvedimento di cui al comma 21 avvengono a titolo gratuito”.

In estrema sintesi, l’iter da seguire è il seguente:

  • il Consiglio Comunale adotta un atto di indirizzo al responsabile dell’ufficio patrimonio (in assenza, al responsabile dell’ufficio tecnico), con cui lo invita a verificare la fattibilità dell’acquisizione al patrimonio comunale della strada in discorso;
  • il responsabile dell’ufficio effettua il sopralluogo e verbalizza la presenza dei requisiti di diritto (in particolare, l’uso pubblico ventennale) e di fatto che consentono di ritenere acquisibile la strada;
  • il responsabile dell’ufficio invia ai proprietari la richiesta di esprimere il proprio assenso all’acquisizione, da rendere entro un termine congruo, citando il riferimento normativo prima indicato; solitamente, si allega un modulo da compilare e restituire firmato;
  • una volta ottenute tutte le manifestazioni di assenso, il responsabile propone al Consiglio Comunale l’acquisizione;
  • il Consiglio Comunale delibera l’acquisizione e invita il responsabile dell’ufficio ai conseguenti provvedimenti di competenza;
  • il responsabile dell’ufficio comunica agli ex proprietari della strada la chiusura del procedimento e l’avvenuto trasferimento della strada al patrimonio comunale;
  • il responsabile dell’ufficio, direttamente o tramite affidamento a tecnico esterno, provvede alla registrazione e alla trascrizione presso il catasto.

La procedura non prevede indennità a favore degli ex proprietari per la cessione; presuppone che la strada sia autonomamente individuata catastalmente rispetto alle proprietà limitrofe (diversamente, sarà necessario il preventivo frazionamento); è utilizzabile solo se si ottiene il consenso di tutti i proprietari e, oltre che d’ufficio, può originare anche a seguito di apposita richiesta da parte dei privati interessati.


Avv. Mario Petrulli         13/03/2023


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