Cessione ramo d'azienda

L’art. 1803 CC dispone che il comodato è il contratto col quale una parte consegna (non cede) all'altra una cosa mobile o immobile, affinché se ne serva per un tempo o per un uso determinato, con l'obbligo di restituire la stessa cosa ricevuta. Quindi, detta tipologia contrattuale non si attaglia alle vicende inerenti cessioni di rami d’azienda – ma può collegarsi accessoriamente ad esse quale contratto collegato ad uno principale - le quali invero, rientrano nell’ambito di applicazione dell’art. 2556 CC che riguarda le imprese soggette a registrazione qualora intenda stipulare contratti che hanno per oggetto il trasferimento della proprietà o il godimento dell'azienda, imponendo ad probationem la forma scritta, salva l'osservanza delle forme stabilite dalla legge per il trasferimento dei singoli beni che compongono l'azienda o per la particolare natura del contratto.

Si rammenta che l’art. 2112 comma 5 CC definisce trasferimento d'azienda qualsiasi operazione che, in seguito a cessione contrattuale o fusione, comporti il mutamento nella titolarità di un’attività economica organizzata, con o senza scopo di lucro, preesistente al trasferimento e che conserva nel trasferimento la propria identità a prescindere dalla tipologia negoziale o dal provvedimento sulla base del quale il trasferimento è attuato ivi compresi l'usufrutto o l'affitto di azienda. Si tratta di una operazione, quindi, ben più complessa del semplice comodato ossia messa in consegna di un bene a favore di altri che, come detto, può anche riguardare un contratto accessorio e collegato a quello principale di trasferimento.

28 febbraio 2023           Eugenio De Carlo 

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