Certificato di residenza richiesto dal cittadino, da presentare al Sindacato, e soggezione al pagamento dell'imposta di bollo
Risposta del Dott. Andrea Dallatomasina
Risposta al quesito del Dr. Andrea Dallatomasina
QuesitiA questo ente frequentemente vengono dichiarate residenze a nostro avviso fittizie o non vengono dichiarati componenti del nucleo familiare. Il Comune è piccolo pertanto sia l’ufficiale d’anagrafe che i vigili sono a conoscenza delle reali dinamiche familiari di determinati soggetti.
In fase di accertamento queste persone mentono spudoratamente; a titolo meramente esemplificativo ma non esaustivo, durante i controlli dei vigili urbani, un soggetto che non risulta residente presso un’abitazione non si fa trovare oppure dichiara di essere semplicemente passato a salutare i figli.
Si chiede pertanto quali siano gli strumenti volti a contrastare e gestire tali dichiarazioni fittizie.
Sappiamo bene che le vigenti norme attribuiscono all'iscrizione anagrafica e alla composizione della famiglia anagrafica un valore fondamentale e determinante ai fini dell'obbligo di pagamento di moltissime tasse e del diritto a molti benefici legati al calcolo dell'ISEE (ad esempio il reddito di cittadinanza). Questa è la ragione per cui le dichiarazioni anagrafiche false sono sempre più diffuse e molto difficili da contrastare da parte degli ufficiali d'anagrafe che, alla fine, sono gli unici a pagare gli effetti di queste vergognose normative.
Nei comuni italiani a vocazione turistica vi è il problema delle c.d. “seconde case”. L’Ufficiale d'Anagrafe si trova suo malgrado a dover fronteggiare richieste di cittadini abilmente preparati da terzi (soprattutto titolari di agenzia immobiliari e, purtroppo, anche Notai) che "pretendono" la residenza in quanto diritto assoluto mentre lo scopo ultimo è solo quello di poter corrispondere meno imposte, sia allo Stato e sia al Comune.
Gli strumenti a disposizione dell'Ufficiale d'Anagrafe sono da sempre spuntati, soprattutto in considerazione che i procedimenti devono essere conclusi in 45 giorni, salvo la sospensione per pochi giorni in caso di applicazione del preavviso di rigetto, ex articolo 10-bis Legge 7 agosto 1990, n. 241.
Il primo ed unico vero argine a detto fenomeno resta l'accertamento degli appartenenti alla Polizia Locale che, se eseguito con la dovuta attenzione e dovizia, può permettere di smascherare le richieste di residenza non accompagnante da alcun indice di dimora abituale. Si rammenta a tal proposito che l'accertatore ha il diritto di chiedere informazioni ai vicini di casa e a chiunque possa (e sia disposto) a fornire indicazioni utili. Di certo gli appuntamenti con i richiedenti la residenza vanno aprioristicamente esclusi finanche per evitare ogni ipotesi di reato. Non è neppure ammissibile limitare gli accertamenti a determinate fasce orarie in quanto gli Agenti accertatori possono comunque svolgere le loro indagini chiedendo conferma o meno della dimora abituale ad altri soggetti dimoranti nei pressi dell'abitazione dichiarata come luogo di residenza.
Un’ulteriore possibilità è il ricorso ai fornitori di servizi alle famiglie ed alle abitazioni, come ad esempio i gestori della luce, dell’acqua, del gas e chi raccoglie i rifiuti tramite la raccolta puntuale porta a porta.
Queste aziende, se interpellate, sono tenute a fornire all’ufficiale d’anagrafe le informazioni richieste (consumi).
In questi casi accertamenti e richiesta consumi dovranno essere eseguiti per entrambi gli immobili, quello ove il dichiarante afferma di essersi trasferito e quello di provenienza.
Dott. Andrea Dallatomasina 13 Febbraio 2023
Per i Clienti Halley: Ricorrente QD n.2514 Sintomo QD n.2543
Risposta del Dott. Andrea Dallatomasina
ANAC - 30 maggio 2025
Risposta della Dott.ssa Liliana Palmieri
Ricevi via email i nuovi contenuti pubblicati nel portale
In collaborazione con: