PNRR – Varianti anti-rincari

La soluzione individuata dall’Anac per gli appalti soggetti all’aumento dei prezzi

Servizi Comunali Affari generali
di La Posta del Sindaco
06 Febbraio 2023

Negli appalti legati al Piano nazionale di ripresa e resilienza, ma non solo in questi, sia la stazione appaltante sia l’appaltatore possono proporre l’adozione di una variante in corso d’opera che assicuri risparmi da utilizzare esclusivamente per compensare i costi più onerosi, allo scopo di far fronte all’aumento dei prezzi dei materiali. Vi sono tuttavia condizioni da rispettare; in particolare, la variante non deve alterare la natura del contratto e non deve pregiudicare la funzionalità dell'opera. Il chiarimento è giunto dall’Autorità nazionale anticorruzione con il parere di Funzione consultiva n. 67 dell’11 gennaio 2023.

L’innesco
La deliberazione dell’Anac, spiega una nota, fa seguito a un quesito per un appalto di lavori dei Musei Reali di Torino, bandito il 10 dicembre 2021, e con termine per la presentazione delle offerte il 13 gennaio 2022: la stazione appaltante ha chiesto all’Authority quale istituto applicare per la revisione e l’adeguamento prezzi visto l’eccezionale aumento dei costi dei materiali rispetto a quelli considerati in sede d’offerta.

Il decreto PNRR
Nel documento di prassi l’Autorità presieduta da Giuseppe Busia ricorda che il decreto-legge 36/2022 sull'attuazione del PNRR prevede che tra le circostanze impreviste e imprevedibili che intervengano nel corso dell’esecuzione del contratto d’appalto, e che possono dare luogo a variante contrattuale sia incluso anche l’aumento considerevole dei prezzi dei materiali. È vero che la norma del decreto è espressamente riferita agli appalti relativi all’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, tuttavia, “come già sottolineato dall’Autorità in tre diversi pareri nel 2022, le può essere assegnata una valenza generale, e può essere invocata anche in relazione a contratti d’appalto non specificamente riferiti all’attuazione del PNRR”. La norma in questione, secondo l’Anac, non stabilisce la possibilità di modificare il corrispettivo dell’appalto a fronte dell’aumento dei costi dei materiali, ma chiarisce che tra le circostanze impreviste ed imprevedibili che possono condurre ad una variante in corso d’opera è incluso l’aumento significativo del costo dei materiali.

Contrasto all’aumento dei costi
Nel parere dell’11 gennaio si ricorda che nel biennio 2021-2022 sia l’Anac sia il Parlamento sono intervenuti diverse volte per far fronte all’aumento dei costi dei materiali negli appalti pubblici. Al caso in esame, poi, si può applicare anche l’articolo 26 del decreto legge 50/2022 (“Misure urgenti in materia di politiche energetiche nazionali, produttività delle imprese e attrazione degli investimenti, nonché in materia di politiche sociali e di crisi Ucraina”): il cosiddetto decreto aiuti prevede, in deroga al codice appalti e solo per il 2022, l’aggiornamento dei prezzari regionali anche nei lavori aggiudicati sulla base di offerte presentate tra il primo gennaio 2022 e il 31 dicembre 2022 e relativamente alle lavorazioni “eseguite o contabilizzate dal direttore dei lavori ovvero annotate, sotto la responsabilità dello stesso, nel libretto delle misure, dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2023”, conclude la nota dell’Anac.


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