Rilascio di autorizzazioni relative alla cremazione, all'affidamento e alla dispersione di feti, prodotti abortivi e da concepimento.
Risposta al quesito della Dr.ssa Lorella Capezzali
Risposta della Dott.ssa Lorella Capezzali
QuesitiIn seguito a decesso e cremazione avvenuti in un altro comune, l’ente deve gestire l’affidamento dell'urna cineraria a un familiare non residente nel nostro comune, il quale però ha dichiarato come luogo di conservazione delle ceneri un'abitazione sita nello stesso. Si chiede pertanto se sia possibile rilasciare l'autorizzazione per la conservazione in luogo diverso da quello di residenza e se la competenza sia del nostro ente.
Il Lazio ad oggi è l’unica Regione a non avere una normativa sistematica sulla cremazione, anche se con l’art. 162 della L. R. 28 Aprile 2006, n. 4 “Legge finanziaria regionale per 'esercizio 2006” ne mutua la disciplina dalla Legge 130/2001. Nello specifico il comma 6 della norma sopra citata recita: “La consegna dell’urna cineraria è effettuata previa sottoscrizione di un documento nel quale i soggetti affidatari di cui al comma 5 dichiarano la destinazione finale dell’urna o delle ceneri. Il documento, conservato in copia presso l’impianto di cremazione e presso il comune in cui è avvenuto il decesso, costituisce documento di accompagnamento obbligatorio nelle fasi di trasporto delle ceneri.”
Il tenore della norma non esclude la possibilità di affido presso un domicilio dell’affidatario che non coincida con la residenza e la competenza per le relative pratiche è del responsabile delle funzioni di polizia mortuaria del comune di decesso e non del comune di conservazione, precisando che non si tratta di funzioni afferenti lo stato civile.
Il comune di decesso procederà all’affido delle ceneri ed all’autorizzazione al trasporto delle stesse verso il comune di conservazione, trasmettendo a quest’ultimo, per opportuna conoscenza, la comunicazione dell’emissione dei documenti relativi.
26 Gennaio 2023 Lorella Capezzali
Per i clienti Halley: ricorrente QD n. 2470, sintomo n. 2498
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