Fruizione permessi ex L. 104/1992 in alternanza con la propria sorella

Secondo l’art. 42, comma 1, del DLgs. 151/2001 è riconosciuto un permesso retribuito di due ore giornaliere, fino al terzo anno di età del bambino con disabilità in situazione di gravità, in alternativa al prolungamento fino ai tre anni del congedo parentale. Tale permesso può essere riconosciuto in alternativa alla lavoratrice madre o al lavoratore padre.

In alternativa, in base all’art. 42, comma 2, del DLgs. 151/2001 è riconosciuto ai genitori, in alternativa, il diritto di fruire dei permessi di cui all’art. 33, comma 3, della Legge 104/1992. Secondo quest’ultima disposizione, modificata recentemente dall’art. 3 del D.lgs n. 105/2022, è riconosciuto il diritto a fruire di tre giorni di permesso mensile retribuito coperto da contribuzione figurativa, anche in maniera continuativa, per assistere, nel caso specifico, il bambino con handicap in situazione di gravità.

Inoltre, tenendo immutato il limite complessivo dei tre giorni, la disposizione prescrive: “per l'assistenza allo stesso individuo con disabilità in situazione di gravità, il diritto può essere riconosciuto, su richiesta, a più soggetti tra quelli sopra elencati [ovvero parenti o affini entro il terzo grado della persona con disabilità in situazione di gravità], che possono fruirne in via alternativa tra loro.”

Si può concludere, pertanto, che la dipendente vedova, che fruisce in via esclusiva dei permessi ex L. 104/1992 per la figlia con disabilità grave, può decidere di alternare, previa apposita richiesta, la fruizione di tali permessi con la propria sorella, che risulta parente di terzo grado con il soggetto disabile.

19 settembre 2022        Angelo Maria Savazzi 

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