Certificato unico debiti tributari

Risposta dell'Avv. Lorella Martini

Quesiti
di Martini Lorella
02 Dicembre 2021

E’ stata presentata da parte di un contribuente la richiesta di rilascio di certificato carichi pendenti dei tributi locali.

Di che certificato si tratta? Cosa deve contenere? Esiste un fac-simile?

Risposta

La richiesta del contribuente trova con ogni probabilità giustificazione nella confusione in lui ingenerata dalla sussistenza del Certificato unico debiti tributari, introdotto dall’art. 364, comma 1, del d.lgs. 12 gennaio 2019, n. 14 (cd. Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza), contenente l’indicazione dei debiti risultanti all’anagrafe tributaria relativamente agli atti, alle contestazioni in corso e a quelle già definite per le quali i debiti non sono stati soddisfatti, in materia di imposte dirette, imposta sul valore aggiunto e altre imposte indirette, tra i quali rientrano certamente i tributi locali, che gli uffici dell’Amministrazione finanziaria devono rilasciare “su richiesta del debitore o del tribunale”.

Nel rispetto di quanto previsto dal comma 2 del predetto articolo 364, l’Agenzia delle entrate ha emesso il provvedimento del 27.06.2019 con cui ha adottato, “modelli per la certificazione dei carichi pendenti, risultanti al sistema informativo dell’anagrafe tributaria e dell’esistenza di contestazioni, nonché per le istruzioni agli uffici locali dell’Agenzia delle entrate competenti al rilascio e definisce un fac-simile di richiesta delle certificazioni medesime da parte dei soggetti interessati, curando la tempestività di rilascio“.

La certificazione dei debiti tributari attesta l’assenza di debiti tributari o la sussistenza di debiti tributari non soddisfatti in base ai dati risultanti nel sistema informativo dell’anagrafe tributaria.

In presenza di debiti tributari non soddisfatti, il certificato presenta in allegato un prospetto che riporta i debiti con l’ammontare e lo stato della riscossione alla data di rilascio del certificato stesso.

Dal prospetto è possibile ricavare, ad esempio, le seguenti informazioni:

  • tipologia dell’atto dal quale scaturisce il debito (per esempio un avviso di accertamento, un atto di contestazione, una cartella di pagamento, una comunicazione degli esiti)
  • numero identificativo dell’atto
  • l’anno di imposta
  • la data di notifica
  • l’importo residuo dovuto
  • l’eventuale presenza di una rateizzazione in corso, per la quale non è avvenuta la decadenza
  • la presenza di istituti definitori di competenza dell’Agenzia delle entrate o di definizioni agevolate di competenza di Agenzia delle entrate–riscossione

Il documento è rilasciato dagli uffici dell’Amministrazione finanziaria competenti in base al domicilio fiscale del soggetto di imposta tramite il modello che allego.

In conclusione, il contribuente ha avanzato una richiesta legittima nel contenuto ma errata per quanto attiene al destinatario della stessa (non il Comune bensì l’Agenzia delle Entrate).

25 novembre 2021         Lorella Martini

 

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