Risposta dell'Avv. Lorella Martini
QuesitiPremesso che l’art.49 del D.Lgs. n.507/1993 è stato abrogato dal comma 847 art.1 l. n.160 del 27/12/2019 (per disposizione del comma 3-quater art.1 D.L. n.162 30/12/2019, l’abrogazione non ha effetto limitatamente all’anno 2020); con la presente si chiede cortesemente, alla luce di quanto sopra esposto, se una Parrocchia è tenuta a pagare o meno il canone unico patrimoniale per occupazione di suolo pubblico (con calce, impalcature, ecc.) inerenti lavori di manutenzione della chiesa (rifacimento tetto, manutenzione strutture interne ed esterne).
L’esenzione prevista dall’art. 49 D.L.vo n. 507/1993 è stata riprodotta, con specifico riferimento al canone unico patrimoniale, nella lettera a), comma 833, art. 1 L. n. 160/2019 che così recita: “Sono esenti dal canone: a) le occupazioni effettuate […] da enti religiosi per l'esercizio di culti ammessi nello Stato, […] per finalità specifiche di assistenza, previdenza, sanità, educazione, cultura e ricerca scientifica”.
Potrebbe essere controverso però che l’attività descritta come di mera edilizia manutentiva piuttosto che di restauro e conservazione di un immobile di valore culturale possa rientrare nella finalità citata dalla norma. La risposta non può che dipendere dalle effettive caratteristiche della chiesa e delle problematiche che evidenza e per cui dovranno essere svolti i lavori.
Si segnala ad ogni modo che la lettera d) del comma 832, art. 1 L. n. 160/2019 permette ai Comuni di prevedere delle riduzioni per l’esercizio delle attività edilizie.
18 novembre 2021 Lorella Martini
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