Visita guidata virtuale all'interno del cimitero comunale

Risposta dell'Avv. Elena Conte

Quesiti
di Conte Elena
29 Ottobre 2021

Avendo l'Amministrazione intenzione di realizzare una sorta di visita guidata virtuale all'interno del cimitero comunale, il tutto a servizio dei cittadini residenti all'estero per dar loro la possibilità di commemorare i propri defunti attraverso l'utilizzo del sito istituzionale dell'ente, si chiede agli effetti della normativa sulla privacy se è possibile realizzare tale progetto.

Il servizio non è ancora stato strutturato e si sta cercando di capire quale sarebbe il miglior modo per poterlo realizzare rispettando la vigente normativa.

E’ vero infatti che il cimitero è un luogo aperto al pubblico e non privato, ma in questo caso verrebbero effettuate delle riprese sui loculi e le immagini sarebbero divulgate tramite canali informatici.

E’ possibile? Vanno adottate particolari cautele?

Risposta

L'uso di un applicativo e di una tecnologia che consenta di seguire un tour virtuale all’interno del cimitero comunale può avere un impatto sulla privacy, anche dei “visitatori reali”.

È indubbio che, per poter fornire un parere fondato dell’impatto privacy dell’iniziativa, in termini di parere, occorra partire da un progetto concreto di cui valutare i profili e le possibili conseguenze sul rispetto della normativa comunitaria e italiana sulla riservatezza. Appare necessario però rimarcare come l’approccio seguito e delineato sia quello corretto, in quanto si appalesa rispettoso dei principi di privacy by design e by default.

Ciò detto, non può sfuggire che diverse sono le conseguenze ove si faccia riferimento, in una ipotesi, ad una piattaforma che consenta un tour statico, con immagini predefinite, filtrate per quanto riguarda la presenza di eventuali persone (che verrebbero escluse o oscurate in alcune parti) o, in un’altra ipotesi, ad un tour in real time che sconterebbe tutte le note prescrizioni che il Garante della privacy ha fornito per i sistemi di videosorveglianza.

In tale ultima evenienza, si sarebbe di fronte ad una piattaforma che monitorerebbe, costantemente e in real time, anche i visitatori per cui la stessa potrebbe identificare direttamente una persona, ad esempio mediante una fotografia o una ripresa video; ove poi l’identificazione non sia diretta e richieda un’ulteriore elaborazione – come nel caso delle informazioni relative alla geolocalizzazione – oppure un “arricchimento” con altri dati aggiuntivi come quelli acquisiti da internet il risultato finale riguarderebbe un’identificazione possibile grazie a informazioni incrociate provenienti da diverse fonti. Sia nel caso in cui i dati raccolti identificano inequivocabilmente una persona e sia nel caso in cui ciò possa avvenire successivamente, si applicherebbe comunque la normativa in materia di protezione dei dati personali.

A prescindere da ogni opzione di tipo tecnologico sul virtual tour, ovviamente andrà prestata particolare attenzione alla redazione dell’informativa privacy ex art. 13 del GDPR, oltre all’aggiornamento del registro del trattamento dati e alla designazione dei responsabili e incaricati del trattamento dati (interni ed esterni).

Si tenga presente che una modalità che possa mettere al riparo l’Amministrazione da alcune problematiche di rispetto della privacy è quella di consentire il tour virtuale solo a seguito di un accesso tramite identificazione SPID.

In passato, il garante per la privacy ha formulato alcune eccezioni per applicativi simili, soffermandosi però sul totem che restituiva la posizione del defunto.

Ferme restando le considerazioni generali sopra espresse, si suggerisce di chiedere il coinvolgimento del vostro DPO per ricevere ogni suggerimento utile, in termini di rispetto della normativa sulla privacy, a partire dalla progettazione dell’ipotizzata piattaforma.

25 ottobre 2021             Elena Conte

 

Per i clienti Halley: ricorrente QS n. 2080, sintomo n. 2155

 

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