Abolizione diritti segreteria

Risposta al quesito del Dott. Eugenio De Carlo

Quesiti
di De Carlo Eugenio
08 Marzo 2021

Dal 1° marzo 2021 tutti i pagamenti dovuti alla Pubblica Amministrazione dovranno essere eseguiti attraverso il sistema PagoPA. Considerato che sarebbe difficile chiedere ad un cittadino di pagare 1,50 euro di bollettino postale per pagare pochi centesimi (o la commissione chiesta da pago PA), stavamo pensando di procedere, tramite delibera di Giunta, alla eliminazione dei diritti di segreteria sul rilascio dei certificati anagrafici, decisione che comporterà anche una semplificazione ed incentivo all’utilizzo del canale telematico per le richieste di certificazione anagrafica da parte dei cittadini, ma anche per ovviare al dispendio di tempo nella gestione dell’attività di riscossione tramite il front-office degli uffici comunali.

L’eliminazione dei diritti di segreteria varrà sui certificati anagrafici di qualunque natura, atti notori, nulla osta e autenticazione di firme in carta semplice o in carta resa legale. Nello specifico verranno eliminati il diritto di 0,26 centesimi su certificati anagrafici esenti da bollo; il diritto di 0,52 centesimi sui certificati anagrafici in bollo; il diritto di 0,52 centesimi sulle autentiche in bollo. Allo stesso tempo, per compensare tali mancati introiti, per il rilascio della nuova CIE, il costo verrà arrotondato da 23,00 euro a 24,00, mentre per il formato cartaceo – il cui rilascio è possibile solo dietro documentata esigenza e/o urgenza – il costo è portato da 5,42 euro a  7,00.

Abbiamo già predisposto una bozza di delibera da sottoporre eventualmente alla giunta, che alleghiamo

Secondo voi è possibile adottare una delibera di Giunta simile o si potrebbe configurare un danno erariale?

L’iter per l’azzeramento di questi diritti è eventualmente corretto o c’è da seguire una procedura diversa?

Risposta

La proposta deliberativa inviata è analoga a moltissime altre di numerosi comuni, anche recentemente approvate. Il web, infatti, è ricco di esempi e rivela una sempre maggiore tendenza degli enti civici, sulla scorta delle motivazioni espresse nella proposta inviata e tenuto conto delle fonti di diritto richiamate, a ridurre se non proprio ad abolire i diritti di che trattasi.

Pertanto, ove l'ente sia nelle condizioni finanziarie previste dalla legge per esercitare la facoltà di che trattasi, potrà farlo con le motivazioni espresse, fatta salva in qualunque tempo la possibilità di rivedere la decisione ove i vantaggi previsti o le condizioni finanziarie non consentissero di mantenerla.

4 marzo 2021           Eugenio De Carlo

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