Approfondimento sulle modifiche al Codice dei Contratti previste dal “Dl Infrastrutture”
ANCI – 29 maggio 2025
Sì definitivo del Consiglio di Stato al panino da casa a scuola
Servizi Comunali Refezione scolasticaApprofondimento di Amedeo Di Filippo
Sì definitivo del Consiglio di Stato al panino da casa a scuola
Amedeo Di Filippo
Deve ammettersi il diritto degli alunni di non pranzare alla mensa scolastica ma di consumare alimenti di preparazione domestica nel locale adibito a refettorio, unitamente ai compagni di classe, sotto la vigilanza e con l'assistenza educativa dei docenti, secondo modalità che ne favoriscano la socializzazione e azzerino i rischi in materia di salute e sicurezza, soprattutto in momenti di emergenza epidemiologica. È quanto sancisce la sesta sezione del Consiglio di Stato con la sentenza n. 7640 del 2 dicembre.
I precedenti
Eravamo fermi alla sentenza n. 14368 del 13 dicembre dell’anno scorso con cui il Tar Lazio, rifacendosi ai principi affermati dalla sentenza della Corte di Appello di Torino n. 1049/2016, ha sostenuto che il tempo mensa è a tutti gli effetti tempo scuola in quanto rappresenta un essenziale momento di condivisione, socializzazione e valorizzazione delle personalità individuali, oltre che di confronto degli studenti.
Per questo l’autorefezione non comporta una modalità solitaria di consumazione del pasto, dovendo la scuola garantire, per quanto possibile, la consumazione dei pasti degli studenti in un tempo condiviso che favorisca la loro socializzazione. La scelta di interdire il consumo di cibi portati da casa quindi limita una naturale facoltà dell’individuo afferente alla sua libertà personale, per cui deve essere riconosciuto agli studenti non interessati a fruire del servizio mensa il diritto a frequentare ugualmente il tempo mensa senza essere costretti ad abbandonare i locali scolastici, salvo non ricorrano dimostrate e proporzionali ragioni particolari di varia sicurezza o decoro.
La nuova vicenda
Alcuni genitori hanno chiesto di accertare il diritto dei propri figli di consumare alimenti di preparazione domestica nel locale adibito a refettorio, senza divisioni e discriminazioni, sotto la vigilanza e con l'assistenza educativa dei docenti, per condividere i contenuti educativi connessi al tempo mensa. Diritto negato dalla scuola. L’adito Tar Lombardia ha rigettato il loro ricorso, per cui hanno interposto appello rivendicando che la posizione giuridica azionata avrebbe consistenza di diritto soggettivo e che, anche se tale situazione giuridica soggettiva fosse ritenuta di interesse legittimo, la scuola potrebbe solo organizzare l’autorefezione ma non vietarla.
La sesta sezione del Consiglio di Stato, qualificando la posizione giuridica degli appellanti come di “interesse legittimo”, accoglie l'appello e riconosce in capo a ciascun istituto scolastico una vera e propria potestà organizzativa in merito al servizio prestato nei confronti degli allievi e delle loro famiglie, implicante motivate valutazioni discrezionali in ordine alle modalità della relativa prestazione.
Si all’autoconsumo
Ricordano i giudici che la ristorazione scolastica non è semplice soddisfacimento dei fabbisogni nutrizionali ma anche educazione e promozione della salute dei bambini, coinvolgente anche i docenti e i genitori attraverso la promozione di abitudini alimentari corrette. Anzi, il servizio di mensa scolastica è strumentale all'attività scolastica e strettamente collegato al diritto all'istruzione.
La richiesta di consumare individualmente il proprio pasto deve dunque ammettersi e può essere accolta, seppure secondo modalità che favoriscano la socializzazione degli alunni, ma soprattutto azzerino i rischi in materia di salute e sicurezza e in ogni caso sotto la vigilanza del corpo docente. Richiesta a cui non è lecito opporre problemi quali il modello scolastico adottato, la mancanza di personale ATA o di refettori e materiale da cucina, la presenza di rischi igienico-sanitari da allergie o contaminazioni alimentari. Tanto più, osserva la sesta sezione, che l'emergenza epidemiologica impone di adeguare attentamente, sotto il profilo igienico-sanitario, e attrezzare l’organizzazione scolastica in relazione all’eccezionale situazione, anche e soprattutto con particolare attenzione al servizio di mensa per gli alunni, che potrebbe in questa contingenza risultare addirittura avvantaggiato dall’autoconsumo di questi ultimi, “dato che il pasto da casa passa evidentemente per le mani dei soli genitori”.
7 dicembre 2020
ANCI – 29 maggio 2025
Garante per la protezione dei dati personali – 3 aprile 2025
Presentata dalla dott.ssa Grazia Benini e da Gioele Dilevrano
IFEL – 11 marzo 2024
Ricevi via email i nuovi contenuti pubblicati nel portale
In collaborazione con: