Dipendente assente con certificato medico che attesta stato patologico sotteso o connesso a situazione di invalidità riconosciuta

Risposta al quesito del consulente Daniele Conforti

Quesiti
di Conforti Daniele
01 Dicembre 2020

DOMANDA:

Un dipendente a tempo indeterminato ha recentemente prodotto un certificato medico nel quale è espressamente barrata l'opzione "stato patologico sotteso o connesso alla situazione di invalidità riconosciuta".

 

In questi casi si chiede se:

1) Va effettuata la riduzione per i primi 10 giorni di malattia;

2) Se tali periodi di malattia devono essere conteggiati nel periodo di comporto;

3) Se in questo caso si può inviare la visita medica di controllo e se il dipendente è pertanto tenuto al rispetto delle fasce di reperibilità.

Risposta

RISPOSTA:

I giorni di ricovero ospedaliero o day-hospital nonché i giorni di assenza (convalescenza post-sanitaria) imputabili all’effettuazione di terapie salvavita ed altre assimilabili, debitamente certificati dalla competente Azienda sanitaria locale o da struttura con la stessa convenzionata, sono esclusi dal computo del periodo massimo di comporto, con diritto del dipendente a percepire l’intera retribuzione.

È importante tenere presente che la precisa formulazione della norma lascia chiaramente intendere che sono soggetti al regime di favore esclusivamente i giorni di assenza per ricovero ospedaliero o di day-hospital necessari a sottoporsi a terapie salvavita o altre ad esse assimilabili. Quindi, non una qualunque patologia, ancorché grave e richiedente il ricovero ospedaliero, rientra nella previsione contrattuale, ma solo quelle che comportano la necessità per il lavoratore di sottoporsi a terapie salvavita, come esemplificate nel testo contrattuale (art. 37 ccnl Funzioni Locali 2016-2018), o ad altre ritenute tali o comunque assimilabili, sulla base di un espresso giudizio medico in tal senso. Il certificato medico dovrà, quindi, espressamente specificare la gravità della patologia e la natura salvavita della terapia effettuata.

Si consiglia, pertanto, di suggerire al lavoratore interessato che intende avvalersi della disciplina contrattuale sopra esaminata, di produrre una adeguata e chiara certificazione medica da cui, appunto, risulti se l'assenza dal servizio sia dovuta ad una condizione morbosa assimilabile ad una patologia grave che ha richiesto o richiede la effettuazione di terapie salvavita.

 

                        Daniele Conforti Consulente del Lavoro              Data 30/11/2020

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