Approfondimento di Michele Deodati

Approfondimento di Michele Deodati                                                                                                

Quaderno ANCI novembre 2020: novità e scadenze per la transizione al digitale

Michele Deodati

Dal cartaceo al digitale: passi avanti e criticità

Nel decreto Semplificazioni (DL 76/2020) sono stati inseriti molti interventi relativi alla

digitalizzazione che impattano in maniera diretta sui Comuni. I principali riguardano l’identità digitale e l’accesso ai servizi digitali, la razionalizzazione delle infrastrutture digitali intese come i Centri per l’elaborazione Dati e la conseguente migrazione verso soluzioni in cloud, la notificazione digitale degli atti, provvedimenti e comunicazioni, la circolarità del dato anagrafico e la disponibilità ed interoperabilità dei dati delle pubbliche amministrazioni. Per questo l’Associazione Nazionale Comuni Italiani ha dedicato il Quaderno di novembre 2020 proprio alle novità e scadenze per la transizione al digitale.

Non si manca di evidenziare alcune criticità, come il ricorrere della clausola del “costo zero”, quando realisticamente tutti sanno che la rivoluzione digitale comporta cambiamenti organizzativi, strutturali e culturali che è favolistico e illusorio considerare senza costi. Anzi, continuando ad insistere su questo punto, lo Stato dimostra di non credere affatto alle potenzialità della svolta digitale, condannando il cambiamento alla prigionia dei testi normativi, quando invece avrebbe bisogno di investimenti importanti. L’attuale pandemia ha dimostrato quanto ancora pesa sul nostro Paese il ritardo nella digitalizzazione di tutti i settori, specialmente quello pubblico.

Altro tallone d’Achille di tale operazione, le carenze in materia di accessibilità alle banche dati pubbliche da parte dei Comuni. Sebbene il quadro normativo sia chiaro su questo punto – sostiene ANCI – quanto previsto non appare ancora sufficiente a garantire la gratuità di accesso alle informazioni per gli Enti locali, perché, purtroppo, molti Enti si celano dietro la possibilità, legittima, di pretendere un rimborso per l’”elaborazione aggiuntiva” dell’informazione per non cedere gratuitamente i propri dati. Di seguito alcuni del punti trattati nel Quaderno ANCI.

Domicilio digitale

Gli elenchi dei domicili digitali relativi alle Pubbliche amministrazioni e gestori dei pubblici servizi (IPA) e alle persone fisiche, dei professionisti e degli altri enti di diritto privato non tenuti all’iscrizione in albi, elenchi e registri professionali o nel registro delle imprese (INAD), sono istituiti e gestiti dall’AGID. Con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri ovvero del Ministro delegato per la semplificazione e la pubblica amministrazione, sentiti l’AGID e il Garante per la Privacy, previo parere della Conferenza Unificata, sono stabiliti sia la data a partire dalla quale le pubbliche amministrazioni potranno dialogare con le persone fisiche solo attraverso il loro domicilio digitale, sia le modalità con le quali verrà reso loro disponibile un domicilio digitale o comunque sarà garantito il diritto a comunicare con la PA in caso di divario digitale.

Ma cosa accade fino all’emanazione del DPCM, se il destinatario della comunicazione non ha un domicilio digitale o questo non è attivo? Si lavora ugualmente in digitale a fini di archiviazione, ma la comunicazione deve obbligatoriamente continuare a viaggiare su carta.

PagoPA e strumenti di pagamento elettronico

L’obbligo di utilizzare la piattaforma PagoPA è slittato al 28 febbraio 2021, dopo questa data, i sistemi di pagamento in uso presso le amministrazioni dovranno integrarsi con tale piattaforma. La situazione è comunque attualmente ancora molto incerta, anche perché è lo stesso Legislatore a legittimare e addirittura ad incentivare modalità di pagamento alternative a PagoPA. Come ad esempio nel caso della TARI, per il pagamento della quale è stato favorito il ricorso alla domiciliazione bancaria dalla disposizione contenuta nell’articolo 118-ter del d.l. n. 34/2020, come convertito dalla l. n. 77/2020, che ha previsto che “gli enti territoriali possono, con propria deliberazione, stabilire una riduzione fino al 20 per cento delle aliquote e delle tariffe delle proprie entrate tributarie e patrimoniali, applicabile a condizione che il soggetto passivo obbligato provveda ad adempiere mediante autorizzazione permanente all’addebito diretto del pagamento su conto corrente bancario o postale”.

Codice di condotta tecnologica

È prevista l’adozione da parte del Governo del Codice di condotta tecnologica entro sessanta giorni a partire dal 17 luglio 2020. Nel codice saranno indicate le modalità per lo sviluppo di progetti, dei sistemi informativi e dei servizi in rete delle pubbliche amministrazioni nel rispetto della disciplina in materia di perimetro nazionale di sicurezza cibernetica, che saranno vincolanti per tutte le pubbliche amministrazioni.

Comuni con popolazione inferiore a 5.000 abitanti (art. 23-bis, D.L. 76/2020)

In sede di conversione del DL 76/2020 è stato introdotto l’art. 23-bis, ai sensi del quale le nuove disposizioni in materia di cittadinanza digitale e accesso ai servizi digitali normati dal DL stesso (artt. da 24 a 30) sono efficaci nei confronti dei Comuni con popolazione inferiore a 5.000 abitanti solo a partire dalla data di cessazione dello stato di emergenza fissata con delibera del Consiglio dei ministri (ad oggi il 31/01/2021). Tale previsione, tuttavia, non pare incidere sugli switch off tematici stabiliti dal Legislatore.

23 novembre 2020