Approfondimento sulle modifiche al Codice dei Contratti previste dal “Dl Infrastrutture”
ANCI – 29 maggio 2025
Tariffe Tosap e Cosap
Servizi Comunali Tassa occupazione spazi e aree pubbliche - TOSAPApprofondimento di Matteo Barbero
Tariffe Tosap e Cosap
Matteo Barbero
Per l'anno 2020, i comuni non possono aumentare le tariffe vigenti in regime di Tosap e Cosap se non in ragione dell'adeguamento al tasso di inflazione programmato. E’ un mini-blocco della fiscalità quello previsto dal comma 843 della legge di bilancio (l 160/2019), che di fatto sterilizza anche gli aumenti eventualmente varati prima della fine dello scorso esercizio e costringe i sindaci a (spesso complesse) variazioni di bilancio. Tutto nasce dalla decisione di tentare una nuova riforma dei tributi comunali minori, accorpando quelli esistenti in una sorta di local tax. Il progetto, che inizialmente avrebbe dovuto partire già da quest’anno, è stato poi rinviato al 2021. Ma nella fretta, tra una bozza di maxiemendamento e l’altra, il legislatore ha commesso diversi errori: non solo ha abrogato tutta la disciplina vigente senza specificare che essa rimane comunque in vigore fino al prossimo 31 dicembre, ma ha anche posto un divieto di incremento delle tariffe che non pare avere nessun senso e che rischia di aprire pericolosi buchi nei conti di molti enti. Il copione è quello già noto e più volte recitato negli anni scorsi, quando il blocco si estendeva anche ai balzelli più importanti (Imu e Tasi): le amministrazioni che hanno varato il bilancio nei termini e che del tutto legittimamente hanno previsto adeguamenti tariffari sono ora costrette a rivedere le proprie previsioni (e politiche) in corsa. Il tutto senza una spiegazione logica, a differenza di quanto accadeva in passato quando l’obiettivo era quello di contenere la pressione fiscale. In tal caso, per di più, si agisce anche su un canone (il Cosap) che non ha natura tributaria. Sarebbe stato quindi auspicabile intervenire con un correttivo, visto che comunque il decreto “mille proroghe” ha rimediato all’altro pasticcio grazie ad un emendamento presentato in fase di conversione. Senza dimenticare la necessità di chiarire che l’obbligo di utilizzare, nella definizione delle aliquote della nuova Imu, il prospetto previsto dal comma 757 scatterà solo il prossimo anno. In mancanza, si creerebbe un altro cortocircuito perché le modalità di predisposizione trasmissione del prospetto sono rimesse ad un decreto ministeriale i cui tempi di emanazione paiono difficilmente conciliabili con la scadenza del 30 giugno prevista per le deliberazioni comunali. Anche in tal caso un chiarimento si impone per evitare inutili complicazioni e contenziosi.
10 febbraio 2020
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