Attribuzione della categoria TARI

Risposta del Dott. Luigi D'Aprano

Quesiti
di D'Aprano Luigi
15 Settembre 2023

Dobbiamo attribuire la corretta categoria Tari ad una società con codice Ateco 47.99.20 che effettua distribuzione a mezzo di apparecchi automatici di bevande e cibi.

In precedenza era stata attribuita la categoria 3 - ma nell'immobile sono presenti uffici e locale vendita. È corretto attribuire la categoria 26?

 

Risposta

Il sistema di classificazione adottato nella TARI, a prescindere dai presupposti a fondamento della legge istitutrice, è stato dettato dalle norme relative alle metodologie di tariffazione, le quali hanno sempre avuto un unico comune denominatore, ovvero, nel rispetto del principio comunitario “chi inquina paghi”, la giusta commisurazione tra tariffa applicata e tipologia/quantità di rifiuti prodotti, a prescindere dal codice ATECO dell’impresa.

Ciò in quanto, la codifica ATECO può essere utilizzata come mera indicazione dell’attività economica svolta dall’utenza non domestica, ma non può assolutamente essere l’unico riferimento per l’individuazione della corretta categoria tariffaria. La tariffa deve, altresì, essere determinata dall’effettiva attività svolta nei locali tassati, in relazione alla quale viene stimata la quantità e qualità dei rifiuti producibili.

Prima di individuare una categoria tariffaria ai fini TARI, si consiglia, pertanto, sempre di condurre un’attenta analisi della tipologia di attività svolta e dell’uso effettivo dei locali. L’utilizzo delle 30 categorie non domestiche del DPR 158/1999, non può essere considerato esaustivo, per cui per quelle attività non espressamente elencate occorre ricorrere a principi di analogia e di logica applicativa.

A titolo esemplificativo:

  • una fabbrica di automobili ha sicuramente un codice ATECO relativo allo svolgimento di un’attività commerciale, ma se i locali sono destinati a magazzino di stoccaggio o a semplice autosalone/esposizione, i locali devono essere tassati con le rispettive categorie tariffarie previste per i magazzini senza vendita diretta o per le esposizioni;
  • se l’attività dell’impresa è quella di commercio all’ingrosso, dove la presenza umana e ridotta e sporadica rispetto alle attività di commercio al dettaglio, salvo che non esista un effettivo punto vendita, l’utenza non domestica deve essere tassata come magazzino senza vendita, anche se il codice ATECO prevede il commercio e non con le categorie più onerose legate al commercio al dettaglio;
  • anche l’impianto industriale avrà dei locali destinati alla sede amministrativa che dovranno essere tassati come uffici, nonostante la codifica ATECO prevede attività industriali o artigianali;
  • ugualmente, per il caso in esame, a prescindere dalla codifica ATECO dell’impresa, i locali devono essere tassati in base al loro reale utilizzo, ovvero uffici o negozio (sicuramente non è corretta la categoria 26 che nasce per gli ipermercati di generi misti).

Tutto ciò premesso ed alla luce di quanto chiarito, si consiglia di effettuare sopralluogo o attenta verifica delle planimetrie dalle quali sia possibile rilevare l’effettivo uso dei locali e, di conseguenza, la corretta categoria tariffaria ai fini TARI da applicare.

14 Settembre 2023        Luigi D’Aprano

 

Per i clienti Halley: ricorrente QT n. 1575, sintomo n. 1645

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